mercoledì 6 aprile 2016

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Titolo: CAMPO DI CONCENTRAMENTO SENZA LACRIME
Autore: Sergio L. Duma
Editore: Panesi Edizioni www.panesiedizioni.it
Formati: epub e mobi
Lunghezza: stimata 250 pagine
Prezzo: € 2,99
Isbn: 9788899289409
Genere: thriller, horror, noir, metanarrativa
Collana: Syn
Data di uscita: 23/03/2016



Sinossi: Monteneve è un posto tranquillo come tanti altri. Tutto cambia quando viene trovata una ragazza in stato confusionale, orribilmente torturata: si tratta di Debora, già nota in paese per la partecipazione a un reality show. In un attimo la voce si sparge: in paese è arrivato il male. La memoria di tutti torna così ad anni addietro, quando una bambina era stata trovata morta in un bosco e l’assassino non era mai stato scoperto. C’è quindi un maniaco a Monteneve? Oppure qualcosa di ancora peggiore? Se lo domandano in molti: Silvio, aspirante sceneggiatore che sta passando un periodo di depressione; la moglie, un’insegnante attratta da un alunno, Vittorio, adolescente indisciplinato a sua volta attratto da lei; la sorella di Vittorio, Gloria, e il fratello maggiore Saverio, nonché Laura, una ragazza che frequenta quest’ultimo. A complicare la situazione c’è la Psychic Inc., una strana società americana che ha deciso di aprire una filiale a Monteneve per motivi misteriosi. Perché i protagonisti si sentono continuamente osservati? Che cosa sta succedendo? La soluzione si trova in un’espressione coniata da Aldous Huxley: “Campo di Concentramento Senza Lacrime”. Quando le vittime ne comprenderanno il senso, nulla sarà più come prima.

Breve estratto:
Sta arrivando la fine del mondo e siete tutti condannati. Pronunciò queste parole debolmente, emergendo dalla nebbia mattutina come uno spettro inquieto. Poi si accasciò sul selciato. Con il senno di poi, posso dire che ciò che aveva detto era vero ma nessuno se ne rese conto. Di certo non se ne resero conto i testimoni dell’evento: il proprietario di un bar in procinto di aprire il locale e un paio di passanti che andavano al lavoro. Erano le sei del mattino e quella zona periferica di Monteneve era deserta. In un primo istante, non pensarono lucidamente. Se fossi stato presente, io stesso avrei pensato a uno scherzo dell’immaginazione. Difficilmente, uscendo di casa, ti aspetti di incontrare una ragazza dai vestiti laceri, i capelli rossi ricci e spettinati e gli occhi stravolti che ti dice una frase enigmatica. Comunque, il proprietario del bar chiamò un’ambulanza e fu portata in ospedale. I tre l’avevano riconosciuta e presto la notizia si diffuse: Debora Rossi era stata trovata in pessime condizioni in periferia. L’avvertimento sulla fine del mondo e sulla nostra condanna divenne di pubblico dominio. E Debora Rossi divenne di nuovo l’argomento principale di conversazione.

Team Rainbow

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