domenica 10 marzo 2019

Fatto e Rifatto

Buona sera lettori, dopo una luuunga pausa e molti cambiamenti il blog ritornerà. Yuppi!!
Eh sì, ma non nelle sue vesti, sarà molto diverso, altri collaboratori, altri  temi interessanti e molte sorprese. Non posso dire di più al momento e non c'è una data precisa, per ora. 
Quindi, in questa attesa vi invito a visitare il sito ufficiale e la pagina Facebook per non perdere le ultime notizie. 
Vi mando un bacio, a presto! 

martedì 12 aprile 2016

editore:Lettere Animate Editore (20 marzo 2015)

Formato Kindle 0,99 


 





Nicola Mastrogiovanni vive un'infanzia difficile. La piccola casa in cui abita si trova in un condominio in cui la convivenza con i vicini è piuttosto difficile. La madre, Rosalba, è una donna dal carattere piuttosto docile e remissivo. Simone, il padre, è un operaio dal temperamento estremamente duro e maltratta la moglie. A causa del clima che si respira in casa, Nicola Mastrogiovanni non riesce a creare rapporti di amicizia con gli altri bambini che conosce. Quando frequenta la seconda elementare, il padre, frustrato dalla perdita del lavoro, dalla casa-bettola in cui vive e dall'amore ormai svanito per la moglie, scappa. La madre vive un periodo durissimo e Nicola sente il dovere morale di aiutarla. Rosalba apre una tabaccheria. Nicola, studente non molto brillante, quando può va ad aiutarla. Al termine degli studi superiori, Nicola inizia a lavorare a tempo pieno nella tabaccheria. Nel frattempo, ha sviluppato con la madre un rapporto di complicità malato, quasi maniacale, che gli impedisce di aprirsi alle altre persone. Eppure, a Nicola piace ascoltare quello che le altre persone si dicono. Questo è il suo vizio. Origlia le conversazione degli altri, in tabaccheria, fuori dal negozio, anche quando sta semplicemente passeggiando con la madre.
Ben presto, Rosalba si ammala e muore. Nicola è ormai adulto, ma per lui il dolore per questa perdita è fortissimo. A un mese e mezzo dal decesso, non riuscendo a distrarsi dalla sofferenza per la madre, prende una decisione radicale: chiude la tabaccheria per un mese e parte. Destinazione: l'ultima fermata del primo treno. Nicola arriva così a Bari. Il primo giorno, sfogliando un giornale locale, legge un articolo riguardante un uomo scomparso da un paesino della provincia.
Nicola esplorerà la città, scoprendone gli angoli più belli e interessanti. Ma non perderà il vizio di origliare le conversazione delle altre persone.

Inizio ringraziando un amico, che ho conosciuto grazie alla passione per la lettura, vi parlo dello scrittore esordiente Domenico Andrea Schiuma e mi scuso per questa attesissima recensione che avevo promesso molto tempo fa. Mi ha regalato questo romanzo senza che io lo conoscessi, fidandosi abbastanza da volere un mio giudizio. Spero di non deludere le sue aspettative. Parlando del romanzo ho capito che ogni scrittore ha il suo modo di scrivere e descrivere nei particolari quello che pensa, riportandolo su un foglio di carta e trasportando il lettore in quei luoghi veri ed esistenti. Ho conosciuto il protagonista del libro e sento che (opinione mia) non è proprio una storia inventata, ma che in parte sia la storia di qualcuno. Forse è stato bravo l'autore a farci credere che esista davvero. Scusate, ma ho tante di quelle cose da scrivere che non so da dove iniziare. Entra talmente nei particolari, capitolo per capitolo che vorrei poter fare una recensione degna di un romanzo del genere, ma non posso scrivere tutto nei dettagli, poichè non sia una mossa astuta verso lo scrittore, lasciando che sia la curiosità a spingere i lettori ad acquistare il romanzo. Tutta la storia si ambienta a Bari, una città della Puglia. Nicola, il nostro protagonista, dico il nostro, perchè ho avuto l'impressione di averlo conosciuto davvero. Racconta la sua esperienza di vita e lo stesso fa con le storie di tutte le persone che incontra nel suo cammino. Il suo svago è sedersi nei posti affollati ed ascoltare le discussioni altrui, per poi contemplarle da solo nella sua camera d'hotel. Odia ascoltare i discorsi sul cibo, alzando gli occhi al cielo e sbuffando ogni qualvolta gli giungano alle orecchie, dando così un velo di ironia, rendendo il romanzo piacevole. È sempre alla ricerca di storie significative, quindi, esce giorno per giorno e ritorna in hotel con la stessa delusione dei precedenti. Fin quando un venerdì, a tarda ora, la storia che tanto aspettava gli giunse alle orecchie. Vide un ragazzo sedersi accanto a lui e, capì che stesse aspettando qualcuno. La risposta non fu tarda ad arrivare, che una ragazza si avvicinò al giovane e... oh-oh! Sono entrata in modalità Andrea Schiuma, scendendo troppo nei particolari, ma questo è il bello del romanzo. Cari lettori, vi faccio un piccolo appunto, dovete assolutamente arrivare alla fine perchè ci sono colpi di scena che io stessa non avrei mai immaginato. E bravo ad Andrea, mi hai "fregata"! Per dirla tutta, voglio un seguito, poichè ho la netta sensazione che ci sia. Questo libro è un miscuglio di generi, biografico, culinario, romantico e perlopiù di dialogo personale. Se devo dire la mia, ho trovato tracce di Google Maps, per cui, se un giorno dovessi avere l'opportunità di andare a Bari, non mi perderei di sicuro. Consiglio questo romanzo, primo, perchè è curato nei particolari e secondo, la scrittura è scorrevole, non ci sono grandi paroloni, quindi fatto apposta per l'italiano medio, non che sia un'offesa, piuttosto, vuol dire che entrerà negli scaffali di molti.

Angela
buona lettura

venerdì 8 aprile 2016

Recensione di: SWEET

Autore: Tammara Webber
Serie:  #3 Contours of the heart
Editore: Leggereditore
Data: 24 Marzo 2016
Genere: new adult
Il mio voto 7\10





Pearl è sempre stata una ragazza semplice,tranquilla, senza grilli per la testa. Una ragazza che prenda la decisione giusta, cioè laurearsi in medicina e sposarsi con un uomo semplice e medico a sua volta. La vita, però, sembra metterla di fronte a un bivio: continuare a fare cio che gli altri hanno scelto per lei o intraprendere un cammino nuovo, rischioso ma che la può rendere felice.Confusa e spaventata, Pearl si confida con Boyce Wynn, un ragazzo complicato, che incarna tutto quello da cui dovrebbe scappare e che invece ora sente di dover cercare. Sono passati ormai quattro anni da quando si sono conosciuti, si vedono molto raramente ma condividono una complicità e un senso di fiducia naturale. Entrambi sanno che quello che li lega è qualcosa che va oltre l’amicizia, eppure la paura di fare un passo verso l’altro è più grande dell’innato desiderio di stare insieme. Riuscirà Boyce, nonostante il carattere ribelle, ad aprire il suo cuore a Pearl e a mostrarle il suo lato più dolce?


 Boyce e Pearl si amano da quando avevano rispettivamente, 7 e 5 anni. Boyce già dal loro primo incontro si è dimostrato il suo angelo custode,letteralmente, infatti Pearl stava annegando e lui si è lanciato a salvarla, da lì i due si sono innamorati al primo sguardo.Per uno strano scherzo del destino però quando le cose fra di loro sembrano prendere la giusta direzione tutto scoppia in una bolla di sapone e Pearl parte per l'università con la certezza che Boyce non sarà mai il suo ragazzo. Nonostante i due ragazzi siano innamorati, non hanno il coraggio di dichiararsi l'uno con l'altra e così cascano nella famosa "Friendzone".. 
Sono passati quattro anni e l'università è finita; Pearl deve ora decidere a che facoltà specialistica iscriversi, tutti si aspettano che lei diventi un medico, ma a lei non sta bene e così decide di tornare a casa per specializzarsi in altro, con grande disaccordo della mamma. L'unico ad incoraggiarla e ad appoggiarla in questa decisione è ovviamente Boyce, lui che la ama in silenzio e che farebbe qualsiasi cosa pur di vederla felice.
Boyce a sua volta ha appena perso l'ultimo membro della sua famiglia, il padre tanto odiato, ed ora è pronto a riprendere le redini della sua vita occupandosi dell'officina che potrà finalmente gestire da proprietario.
E' con queste due storie che i personaggi ci vengono presentati. Entrambi hanno idee chiare su ciò che vogliono essere.
La storia di Boyce e Pearl ha tutte le carte in regola per essere una bellissima storia d'amore ed in parte lo è stata, ma il romanzo stenta a partire. Per quasi metà libro non ho fatto altro che passare da una piccola scena nel presente a continui flash back, che ci fa conoscere la loro precedente "relazione". In alcuni casi però a causa dei flash back, l'attenzione veniva spostata su personaggi secondari e questo può rendere difficile rimanere concentrati sulla continuità del romanzo. Nonostante la Webber sia una grande scrittrice, credo che in questo caso abbia peccato nell'inserire tutti quei flash back e anche nello sviluppo della storia tra Boyce  e Pearl, ogni volta che ero sul punto di farmi finalmente prendere dal sentimento palese fra i due protagonisti la storia virava su altro e ciò era davvero frustrante in alcuni casi! 

Sweet fra alti e bassi rimane comunque una piacevole lettura, sicuramente da intraprendere senza pretese e soprattutto senza paragoni con altri  romanzi della Webber

buona lettura
Marianna
team rainbow


recensione libro

Recensione: Non chiamarmi di lunedì
Autore: Daniela volontè
Editore: Newton Compton
Data:  14 Marzo 2016
Genere: Contemporary romance
Categoria: odio amore
Il mio voto: 8\10






Greta vive a Milano e Patrik a Roma.Il loro incontro avverrà quango Greta viene ingaggiata dalla Betapharma, la società di Patrik, per occuparsi di un ridimensionamento del personale in un periodo di crisi aziendale. Tra coloro che verranno messi in mobilità c'è proprio Patrik. Quest'ultimo dopo aver perso il posto, dirà addio anche alla sua storia d'amore.

Greta invece non riesce a troncare il rapporto con Cris, un uomo sposato ma che pare proprio non volerla lasciare. Quando Patrik, ormai fuori dalla Betapharma, decide di concedersi una pausa e andare a trovare degli amici sul lago d’Orta, il caso vuole che incontri proprio Greta, quella che aveva ribattezzato come “la Lady di ferro”. Tra divertenti ed incredibili equivoci i due si ritroveranno a stretto contatto...

  Greta è una taglia teste oltre che essere, una bellissima ragazza che veste sempre in maniera austera, con gli occhiali che la rendono ancora più severa e il massimo della sua espressione facciale è un’alzata del sopracciglio un pò schifata quando parla con chi verrà licenziato. Lei si occupa di convocare i lavoratori in esubero e senza pietà dichiara loro il futuro licenziamento. La ragazza, ormai esperta di questo lavoro, riesce a fare tutto ciò senza emozioni e senza sensi di colpa dei confronti dei mal capitati. Questo almeno è ciò che lei fà,fin quando non incontra Patrik, bellissimo ingegnere mulatto,che con i suoi bellissimi occhi, susciterà qualche emozione in Greta.

Patrik è proprio l'uomo che Greta deve licenziare e già dal loro primo incontro ci saranno delle scintille,anche se in modo negativo, infatti Patrik è stato l'unico uomo a descriverla per quello che è: una LADY DI FERRO...

A causa di vari equivoci le loro strade si incrociano e subito si trasformano in un sentiero tortuoso, pieno di buche e pericoli ma poi pian piano il percorso si fa più tranquillo e dopo tanta salita,si trasforma in una strada da vivere insieme forse in discesa...
I due protagonisti dimostrano di avere un carattere molto forte e grintoso,niente sembra metterli in difficoltà ma in realtà in due non sono nient'altro che delle anime sole e fragili.
La narrazione è davvero fantastica, c'è un continuo scambio di punti di vista tra loro, la lettura scorre veloce e ogni capitolo lascia la voglia di continuare per vedere che cosa combinano i due. Ho amto questo libro, i loro battibecchi fanno ridere di gusto
Inoltre le scene di sesso fanno palpitare perchè sono descritte da entrambi i loro punti di vista e perciò ci si immerge nelle loro emozioni ed anche un semplice bacio fa emozionare e fa sospirare chi sta leggendo.
E' davvero un bellissimo romanzo, si divora in pochissimi giorni, o nel mio caso in poche ore, consiglio a tutte di leggerE ed emozionarsi con NON CHIAMARMI DI LUNEDI'

buona lettura
Marianna
team rainbow

mercoledì 6 aprile 2016

intervista

INTERVISTA AD UNA SCRITTRICE EMERGENTE ALESSIA D'ORIA

Dopo aver letto e recensito “L’ultimo Bacio” di Alessia D’Oria ho avuto anche il piacere di conoscerla tramite il web. Mi sono trovata subito in sintonia con lei, e parlando mi sono resa conto che non tutte le autrici emergenti hanno il piacere di farsi conoscere, cosi gli ho proposto questa intervista e lei ha accettato subito. 
Di Alessia, sappiamo già che ha vent’anni, vive a Stoccarda ma è di origine italiana. Studia Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, ma il suo più grande sogno è sempre stato quello di scrivere storie d’amore. Ora,dopo aver realizzato il suo sogno, scrivendo il suo primo romanzo, abbiamo il piacere di conoscerla meglio attraverso queste semplici domande.

C: Ciao Alessia, e benvenuta a Rainbow. Cominciamo con delle domande su di te:

C: Come mai hai deciso di passare da lettrice accanita a scrittrice emergente?

A:Innanzitutto vi saluto calorosamente e vi ringrazio per l’opportunità datami. Dunque, fondamentalmente diventando una scrittrice emergente non ho in alcun modo rinunciato all’etichetta di lettrice accanita, anzi, il mio tempo lo trascorro maggiormente a leggere che a scrivere. Si può dire che ho esteso e ampliato la mia passione per la lettura prestando attenzione a quella che è la sua forza matrice o motrice: la scrittura. Ho sempre nutrito un forte interesse nei riguardi di quest’ultima, ma non mi sono mai sentita abbastanza pronta e capace per iniziare a scrivere io stessa un romanzo. Sperimentando nuovi generi, in particolar modo con l’avvento del New Adult e Young Adult nelle librerie italiane, ho letto numerosi romanzi scritti da donne qualunque, e che comunque erano riuscite nel loro intento aggrappandosi non tanto alla qualità della scrittura, bensì alla loro capacità di comunicare ed emozionare. Ovvio che la forma abbia un ruolo determinante, ma per il tipo di genere di cui io scrivo e leggo, è il contenuto ad essere di vitale importanza, quindi sulla base di tale constatazione ho provato a scrivere anche io, sperando in tutti i modi di emozionare e coinvolgere chi mai avrebbe voluto leggere la mia storia.

C: Quindi, qual è il tuo scrittore preferito contemporaneo? Ti sei ispirato a lui/lei?

A: Il mio scrittore contemporaneo preferito è senza ombra di dubbio Nicholas Sparks, anche se a suscitare e stuzzicare la mia ispirazione non è stato lui, bensì autrici americane di un livello nettamente inferiore, ma che riuscivano comunque ad emozionarmi e a coinvolgermi nelle loro storie meno profonde e drammatiche, ma comunque cariche di sentimento.

C: Ora dicci qual è il tuo genere preferito e quindi il libro che non ti stanchi mai di rileggere?

A: Il mio genere preferito è il romance, in tutte le sue sfaccettature, anche se non nutro molta simpatia per i paranormal romance e per gli urban fantasy (anche se ho letto alcuni libri del genere e alcuni mi sono entrati nell’anima). Il libro che non mi stancherei mai di rileggere in assoluto è la trilogia de Il cavaliere d’inverno di Paulina Simmons: uno spettacolo agghiacciante ma colmo di emozioni dettate in un periodo tetro come quello della Seconda Guerra mondiale. Inoltre, alcuni titoli di Sparks mi hanno letteralmente cambiato la vita: Le pagine della nostra vita, L’ultima canzone e Scritto nelle stelle. Infine, non posso non citare la serie della Confraternita del pugnale nero: un altro spettacolo assurdo, caldo e violento.
Bene, quindi avrete sicuramente notato l’eterogeneità dei miei gusti letterari: contemporary, storico e paranormal. 

C: Leggendo la tua biografia, ho scoperto che sei italiana ma vivi a Stoccarda, cosa ti ha spinto a scrivere un romanzo ambientato in Italia?

A: Facile: l’amore che ho per la mia terra. Proprio perché vivo lontana dal mio Paese sentivo la necessità di collegarmi ad esso per sentirmi un po’ a casa. Inoltre volevo che fosse un prodotto totalmente Made in Italy: molte lettrici prediligono ambientazioni americane per immaginarsi meglio il classico giocatore di football o il rinomato amministratore delegato, e volevo sperimentare se anche un bad boy terrone poteva sortire lo stesso effetto. Inoltre, parlando di faide camorriste non poteva che essere ambientato a Napoli, città dove peraltro provengo (bugia: non sono propriamente di Napoli, ma di un minuscolo paesino di provincia che si erge sotto l’imponente Vesuvio che da casa mia si vede benissimo).

C: Brava, hai parlato di Made in Italy. Ultimante leggo molti pareri distinti su questo argomento. Tu cosa consigli alle tue giovani colleghe italiane che vogliono scrivere libri?

A: Non mi sento nella posizione di poter dare dei consigli, tuttavia ci sono alcune dritte che vorrei dare loro: non abbiate paura di esporvi, non abbiate paura di essere oggetto di critiche, a volte costruttive, a volte crudeli. Non abbiate paura di mettervi in gioco: nessuno qui vuole diventare la Jane Austen del secolo o le nuove Nicolette Sparks, ma vogliamo semplicemente scrivere storie d’amore che possano trasmettere qualcosa a chi ci legge. Detto ciò, non cadete nei cliché e negli stereotipi: posso garantirvi che chi lo fa viene notata prima, perché ormai si va sul sicuro quando si scrive del nuovo Christian Grey o della solita storia d’amore tra il figo irresistibile e la sfigata di turno che all’improvviso si trasforma in una Mistress capace di stendere anche il multimilionario circondato da donne bellissime, ma che, chissà come mai, perde la testa per la povera fanciulla indifesa che conserva gelosamente la sua verginità per poi servirla su un vassoio d’argento al primo ragazzo che respira nella sua direzione. Non cadete nei luoghi comuni e nei personaggi scontate: date un’impronta di originalità alla vostra opera: forse ci metterete più tempo a farvi notare, ma quando succederà, sarete apprezzate più di chi non ha avuto il coraggio di formulare una storia con la propria fantasia, senza emulare storie già viste e riviste.



C: Ora passiamo al tuo romanzo… “L’ultimo bacio” narra le vicende di Angela e Vincenzo. 

A: Angela e Vincenzo sono giovani, e come ogni giovane, si imbattono per la prima volta nell’amore. Quegli amori che nascono da uno sguardo, una parola ed una carezza. Quegli amori che li senti ancor prima che comincino davvero. Ma il loro non è un amore comune, tanto meno semplice. I due innamorati scoprono di appartenere a due famiglie camorriste da sempre in lotta tra di loro. Entrambi cercano di rinunciare al loro amore, di disobbedire al loro cuore e di prestare ascolto alla ragione. La ragione urla e li supplica di perdersi e di ritornare alla loro vita fatta di obblighi mafiosi, di dolore, di paura e di rabbia. Proveranno a farlo, lo faranno perché la paura della morte incombe su di loro. Ma niente li spaventa di più di una vita divisi. E allora non ci sarà più niente da fare: affronteranno il nemico come guerrieri, con determinazione e coraggio. E cominceranno la guerra... senza sapere chi ne uscirà vincitore.

C: Angela è una ragazza genuina che sogna la libertà. Cosa c’è di te in lei?

A: Non c’è molto, ma quel poco che c’è chi mi conosce sa subito riconoscerlo e ricondurlo a me: l’ostinazione, la caparbietà e l’eccessivo altruismo. Angela pone l’amore al di sopra di ogni cosa, e non si può dire che io non faccia esattamente lo stesso. È testarda, forse troppo, e ahimè, lo sono anche io. Ma c’è una cosa che ci distingue nettamente: il coraggio. Non sono una persona codarda, ma la mia razionalità non mi avrebbe mai permesso di lasciarmi andare così come è successo ad Angela, che invece ha la forza di affrontare pericoli reali pur di ottenere la sua rivalsa per amore di Vincenzo. Ad accomunarci è l’eccessivo altruismo, il sottrarre continuamente a noi stesse per amore degli altri, anche per chi non nutre alcuna stima o rispetto nei nostri riguardi. Per il resto, Angela è fantastica, e vorrei tanto essere come lei in tutto e per tutto.

C: La storia di Angela e Vincenzo non si è conclusa, possiamo aspettarci un seguito?

A: Assolutamente sì, è una trilogia, e conto di pubblicare il secondo libro verso la metà di quest’anno.

C: Dunque una bella notizia per tutte quelle che come me aspettato il seguito…

C: “L’ultimo bacio” è un romanzo romantico e moderno, possiamo aspettarci da te un genere completamente diverso?

A: Purtroppo no: leggo di tutto, ma scrivo di poco. Non ho la fantasia adatta per i paranormal, né l’audacia per gli erotici, e né le conoscenze e le competenze per un romanzo storico, quindi credo che resterò sempre ferma al contemporary, che in genere preferisco.

C: A chi ti sei ispirata per scrivere del nostro bel e tenebroso Vincenzo? 

A: Ah, il mio Vincenzo. È un personaggio inventato, non è basato su nessun attore o personaggio famoso e realmente esistente. L’imput però mi è stato dato da Martin Rivas, attore spagnolo conosciuto in Italia per aver interpretato le vesti di Romeo Montecchi insieme ad Alessandra Mastronardi, la nostra bella Giulietta durante una mini serie andata in onda su Canale 5 lo scorso dicembre 2015


C: L’ultima e difficile domanda che mi viene da farti è questa, ma non è diretta ad “Alessia la scrittrice”, ma ad “Alessia la lettrice”. Da lettrice cosa diresti del tuo romanzo? Lo consiglieresti?

A: Ebbene sì, questa è una domanda difficile. Che dire, sinceramente la trama catturerebbe subito il mio interesse: è intrigante e molto diversa dai romanzi che sono abituata a leggere. Certamente durante la lettura noterei che si tratta di una esordiente alle prime armi, e forse sarei anche scettica, ma personalmente voglio essere sincera: il mio romanzo non è stato curato nel minimo dettaglio perché non pensavo potesse essere pubblicato, e questo il lettore lo percepisce. Spesso è altalenante, si contrappongono scene più profonde e scorrevoli, a scene più lente e marginali, ma oltre questo, confiderei nei miglioramenti dell’autrice. Infatti, concedetemi il narcisismo, ma il secondo libro è un’esplosione di emozioni, evoluzioni dei personaggi e peripezie, e si avverte anche la maggiore fiducia che ho in me stessa e nelle mie capacità!


Aver conosciuto Alessia per me è stato un piacere, mi sono ritrovata in molte sue risposte. Come lei, io adoro Sparks, anche se devo dire che io sono anche una fan accanita del nostro Mr Grey. Ma più di tutto ho in comune con lei la passione sfrenata per la lettura. Quindi voglio fare un grande in bocca al lupo alla ragazza che  non si è fermata davanti agli ostacoli,e con molta fatica,  ha pubblicato il suo primo romanzo. Ha realizzato il suo sogno, e ha regalato a noi piccole e grandi emozioni. La ringrazio di nuovo per avermi regalato il suo romanzo e avermi fatto scoprire Angela e Vincenzo che,come lei, hanno avuto il coraggio di combattere.
Buona lettura a tutte…. Cecilia

team rainbow 

recensione libro

L'ultimo bacio
Editore: Book Sprint Edizioni
Autore: Alessia D'Oria
pagine: 248
anno: 2016
Prezzo : 18,90 €




Angela e Vincenzo sono giovani, e come ogni giovane, si imbattono per la prima volta nell’amore. Quegli amori che nascono da uno sguardo, una parola ed una carezza. Quegli amori che li senti ancor prima che comincino davvero. Ma il loro non è un amore comune, tanto meno semplice. I due innamorati scoprono di appartenere a due famiglie camorriste da sempre in lotta tra di loro. Entrambi cercano di rinunciare al loro amore, di disobbedire al loro cuore e di prestare ascolto alla ragione. La ragione urla e li supplica di perdersi e di ritornare alla loro vita fatta di obblighi mafiosi, di dolore, di paura e di rabbia. Proveranno a farlo, lo faranno perché la paura della morte incombe su di loro. Ma niente li spaventa di più di una vita divisi. E allora non ci sarà più niente da fare: affronteranno il nemico come guerrieri, con determinazione e coraggio. E cominceranno la guerra... senza sapere chi ne uscirà vincitore.


<<Allora sei tu?>>
<<Chi?>>
<<La persona che stavo aspettando. Quella che è venuta a salvarmi.>>


Oggi vi parlo di un romanzo sicuramente  a voi sconosciuto, l’autrice Alessia D’Oria è una scrittrice emergente e a soli vent’anni ci ha regalato il suo primo romanzo.
Come possiamo notare dalla trama, Angela e Vincenzo ci ricordano un po’ i nostri amati Romeo e Giulietta. Due famiglie avverse e un unico grande amore. Ma fortunatamente questi due ragazzi hanno il coraggio e la paura che hai nostri vecchi e cari eroi è mancata.
Ci troviamo quindi  nel bel mezzo di una “ guerra tra clan”nella bella Italia, dove due tra i più grandi clan di camorristi si scontrano. 
Angela, la figlia femmina del capo clan dei Sorrentino,  odia tutto ciò che riguarda la sua famiglia, odia la camorra e sogna una vita lontana da tutto ciò. Vincenzo invece, si era abituato all’idea di una vita a servizio della mafia , si era “adattato” allo stile dei De Luca, ma l’incontro con Angela cambia tutto, ora sogna di scappare da tutto, con lei.  

“Almeno dal suo cuore, non se ne sarebbe mai andato. Di questo era certa.”

L’incontro tra i due è subito amore, volano scintille, e questa è l’unica pecca che ho trovato nel libro, troppo surreale. Poi  andando avanti, hanno il tempo di conoscersi, e d’innamorarsi davvero.. scopriamo infatti che dentro il duro e camorrista Vincenzo si nasconde un anima dolce e romantica. 
Ma fino a dove può arrivare l’amore?? Può essere più forte della paura?
Per Angela l’amore che la unisce a Vincenzo è più forte di tutto, anche della camorra, ma è realmente cosi?? Quante vite dovranno spezzarsi ancora per colpa dei camorristi??
Questa storia ci appassiona piano piano  perché racconta storie reali, in un Italia malata che può guarire solo grazie all’amore. 
Ma ci sarà un lieto fine per Vincenzo e Angela??

“No cuore, non hai perso. Dentro di te lui ci resterà per sempre”

Quando mi è arrivato il libro ero un po’ scettica, dalla trama avevo paura che fosse una rivisitazione attuale di Romeo e Giulietta, ma fortunatamente mi sono sbagliata. All’inizio ho fatto fatica ad avvicinarmi ai due protagonisti, mi sono sembrati troppo scontati, ma poi mi sono ricreduta. In questo libro c’è dietro la crescita di una scrittrice che ha acquisito velocemente la sicurezza di se e mi ha regalato una storia diversa da quella che mi aspettavo.. 
Mi sono immersa in questa storia d’amore, nei loro discorsi, nelle loro poesie, nei loro momenti magici che ci ricordano che l’amore vero è fatto di piccole cose, una canzone, un fiore, un biglietto..
Non mi resta dunque di aspettare il seguito di questo romanzo, perché il finale ci lascia con l’acquolina in bocca e ci fa desiderare di scoprire cosa succederà a questi due coraggiosi protagonisti.
Avventuratevi anche voi in questa Italia e fatevi raccontare il coraggio e la paura che si nascondono dentro  questo amore. 

buona lettura 
Cecilia




newsletter

Titolo: CAMPO DI CONCENTRAMENTO SENZA LACRIME
Autore: Sergio L. Duma
Editore: Panesi Edizioni www.panesiedizioni.it
Formati: epub e mobi
Lunghezza: stimata 250 pagine
Prezzo: € 2,99
Isbn: 9788899289409
Genere: thriller, horror, noir, metanarrativa
Collana: Syn
Data di uscita: 23/03/2016



Sinossi: Monteneve è un posto tranquillo come tanti altri. Tutto cambia quando viene trovata una ragazza in stato confusionale, orribilmente torturata: si tratta di Debora, già nota in paese per la partecipazione a un reality show. In un attimo la voce si sparge: in paese è arrivato il male. La memoria di tutti torna così ad anni addietro, quando una bambina era stata trovata morta in un bosco e l’assassino non era mai stato scoperto. C’è quindi un maniaco a Monteneve? Oppure qualcosa di ancora peggiore? Se lo domandano in molti: Silvio, aspirante sceneggiatore che sta passando un periodo di depressione; la moglie, un’insegnante attratta da un alunno, Vittorio, adolescente indisciplinato a sua volta attratto da lei; la sorella di Vittorio, Gloria, e il fratello maggiore Saverio, nonché Laura, una ragazza che frequenta quest’ultimo. A complicare la situazione c’è la Psychic Inc., una strana società americana che ha deciso di aprire una filiale a Monteneve per motivi misteriosi. Perché i protagonisti si sentono continuamente osservati? Che cosa sta succedendo? La soluzione si trova in un’espressione coniata da Aldous Huxley: “Campo di Concentramento Senza Lacrime”. Quando le vittime ne comprenderanno il senso, nulla sarà più come prima.

Breve estratto:
Sta arrivando la fine del mondo e siete tutti condannati. Pronunciò queste parole debolmente, emergendo dalla nebbia mattutina come uno spettro inquieto. Poi si accasciò sul selciato. Con il senno di poi, posso dire che ciò che aveva detto era vero ma nessuno se ne rese conto. Di certo non se ne resero conto i testimoni dell’evento: il proprietario di un bar in procinto di aprire il locale e un paio di passanti che andavano al lavoro. Erano le sei del mattino e quella zona periferica di Monteneve era deserta. In un primo istante, non pensarono lucidamente. Se fossi stato presente, io stesso avrei pensato a uno scherzo dell’immaginazione. Difficilmente, uscendo di casa, ti aspetti di incontrare una ragazza dai vestiti laceri, i capelli rossi ricci e spettinati e gli occhi stravolti che ti dice una frase enigmatica. Comunque, il proprietario del bar chiamò un’ambulanza e fu portata in ospedale. I tre l’avevano riconosciuta e presto la notizia si diffuse: Debora Rossi era stata trovata in pessime condizioni in periferia. L’avvertimento sulla fine del mondo e sulla nostra condanna divenne di pubblico dominio. E Debora Rossi divenne di nuovo l’argomento principale di conversazione.

Team Rainbow