Titolo: Il ritratto di Dorian Grey
Genere: Narrativa classica
Pagine: 261
Data di pubblicazione: 1 ed. originale 1891
Casa editrice: Barbera
Prezzo: 6,00 Euro, brossura 28 ed.
Trama: Dorian Gray, un giovane di straordinaria bellezza, si è fatto fare un ritratto da un pittore. Ossessionato dalla paura della vecchiaia, ottiene, con un sortilegio, che ogni segno che il tempo dovrebbe lasciare sul suo viso, compaia invece solo sul ritratto. Avido di piacere, si abbandona agli eccessi più sfrenati, mantenendo intatta la freschezza e la perfezione del suo viso. Poiché Hallward, il pittore, gli rimprovera tanta vergogna, lo uccide. A questo punto il ritratto diventa per Dorian un atto d'accusa e in un impeto di disperazione lo squarcia con una pugnalata. Ma è lui a cadere morto: il ritratto torna a raffigurare il giovane bello e puro di un tempo e a terra giace un vecchio segnato dal vizio.
Recensione: Adoro questo libro. Sicuramente uno dei miei preferiti e lo rileggo ogni volta con piacere e spirito sempre nuovi. Che sia stato scritto nel 1891 dimostra come il mondo, a tutt’oggi, a dispetto delle scoperte scientifiche, la tolleranza (si, vabbè), la riscoperta della natura etc… etc…, non sia affatto cambiato. In primo piano abbiamo il culto del bello, dell’apparire, dell’essere sempre i migliori, che fino a quando è una cosa riservata all’utilizzo della massa celebrale, non ha nulla da eccepire, ma come Wilde ci insegna e come noi vediamo tutti i giorni, in questo caso essere i migliori è riferito a tutt’altro.
“ Viviamo in un’epoca dove le cose superflue sono le nostre
Uniche necessità”
Questo libro, a parte essere un capolavoro, è una vera e propria guida su come NON essere ciò che non si è; su come la semplicità e i valori veri, come la comprensione, la tolleranza (vera!), e l’apertura agli altri, debbano caratterizzare le nostre vite. Vivere per essere sempre belli e perfetti, non è (a mio modesto parere), vivere.
“ I più bei versi, le più belle scene a teatro riguardano sempre
La morte, perché il più grande messaggio dell’artista è farci comprendere
La bellezza della disfatta.”
Katia
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