giovedì 30 luglio 2015

Recensione Libri

TITOLO:Il primo caffè del mattino
CLASSIFICAZIONE: Letteratura italiana
CATEGORIA: Narrativa italiana
AUTORE: Diego Galdino

CASA EDITRICE Sperling&Kupfer 




TRAMA:

Massimo ha poco più di trent'anni, è il proprietario di un piccolo bar nel cuore di Roma, e non si è mai innamorato davvero. Il giorno in cui improvvisamente entra nel bar una ragazza dagli occhi verdi, il viso spruzzato di lentiggini e l'aria sperduta di una turista straniera, Massimo non riesce a toglierle gli occhi di dosso... La ragazza con le lentiggini, che viene da Parigi, di nome fa Geneviève e di mestiere inventa cruciverba, tornerà presto da Massimo: perché ha un segreto che non può rivelare a nessuno, e che la lega proprio a quel luogo. Tra equivoci, baci e lunghe passeggiate romane, una commedia romantica lieve, divertente e tutta italiana, con una protagonista d'eccezione: la città più magica del mondo.


RECENSIONE:

Non nego la mia riluttanza nel leggere libri che sembrano affacciarsi alla classica storia d’amore alla Sparks, ma io amo spropositatamente gli autori italiani dei libri, al contrario dei film. Devo confessare che non mi è dispiaciuto leggere tutto il libro, che per varie ragioni ho finito in un giorno, ma volendo si può leggere in anche meno tempo, tanto è scorrevole.
È ironico al punto giusto, quasi sembra di vedere l’autore del libro che scrive di sé in terza persona, e non so se è un bene o un male per lui, ma credo che in qualsiasi chiave di lettura lo si voglia leggere, sia comunque importante che si sia letto quanto di bello, o di brutto (tutto è soggettivo) sia riuscito a scrivere.
Nonostante il fatto che all’inizio ad ogni personaggio venisse spiegato quale fosse il caffè che prendeva tutti i giorni mi abbia un po’ destabilizzato e lasciato titubante, non nego che la storia non lascia il tempo, alla curiosità, di cessare già dalle prime pagine. Sicuramente non è quella storia strappa lacrime che solitamente, al giorno d’oggi si ricerca, o quel libro che spacca perché c’è erotismo allo stato puro, ma sinceramente l’ho apprezzato molto, sebbene a volte sembrava cadere nella banalità. Eppure la bellezza del libro sta proprio in questo. Nella semplicità che può essere scambiata per banalità.
Non lo classificherei tra i best seller, ma se lo diventasse lo apprezzerei molto di più di quelli che invece ci sono dentro, non manco di elencare tra questi proprio “Cinquanta sfumature”. Sopravvalutato e noioso. Esagero nel dire, probabilmente, che lo terrei tranquillamente accanto ad un libro di grandi autori italiani come può esserlo la Mazzantini… non è assolutamente paragonabile il riscontro, ma sinceramente sono felice di averlo tra la mia raccolta di libri.
Mi è piaciuto leggere tutto dalla parte dell’uomo piuttosto che della donna, mettere a nudo la propria fragilità di uomo (che può o meno appartenere all’autore, ma non è la domanda principale che si ci pone). Mi è piaciuto soprattutto sentirmici anche un po’ affine, soprattutto con la propria capacità di non discriminare nessuno e nessun sesso, trovando anche il modo di spiegare in poche righe, attraverso il protagonista, la poca voglia di far differenze tra l’uomo e la donna. Mi è piaciuto ancora di più leggere quanta incertezza insinui l’amore, nell’uomo e nella donna.
Poche pagine, ma buone.
Mi resta solo una domanda alla quale dovrei dare una risposta: ma Massimo, che caffè beve?

-Venusinfabula!

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