lunedì 19 ottobre 2015

recensione libro

Autore: Thomas Hardy
Titolo: Via dalla pazza folla 
Genere: Romanzo, Narrativa 
Pagine: 443


Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 9,90€
Data di pubblicazione: settembre 2015
Batsceba Everdene è una giovane donna, bellissima e orfana, nell'Inghilterra di inizio dell'ottocento, Giunta inaspettatamente a Norcombe Hill, nella regione del Wessex, sconvolge la vita abitudinaria del pastore Oak Gabriele, uomo mite e solitario. Il poco tempo, la bella vicina, entra nel cuore di Gabriele, e quando lei gli salva la vita portandolo fuori dalla casupola invasa dai fumi del focolare, i sentimenti dell'uomo sono ormai troppo evidenti. Gabriele convinto che Batsceba sia la donna con cui condividere la propria vita, le propone di sposarlo, la sua posizione di fittavolo lo rende un ottimo partito per la giovane donna. Il rifiuto di Batsceba è duro da digerire, ma il pastore Oak ha poco tempo per crogiolarsi, in un sola notte, perde tutto quello che possiede, tranne i vestiti con cui andar via da quella collina per ricominciare una nuova vita partendo dal gradino più basso della società. Il destino porta Gabriele a Weatherburg, e adesso le parti sono invertite, è lui a salvare la fattoria di Batsceba, appena ereditata dallo zio, da un incendio improvviso nella notte. Batsceba non può rifiutare l'aiuto di quel uomo, esperto, capace e tenace, lei è sola tra gli uomini da gestire, il gregge e il racconto, dimenticare la dichiarazione d'amore del fattore è indispensabile per la propria indipendenza. Gabriele mettendo da parte i sentimenti, si concentra esclusivamente nel lavoro l'unico modo per riacquistare la dignità perduta.
Il Natale è alle porte e Batsceba in un momento di spregiudicatezza, invia uno stupido bigliettino allo scapolo più ricercato di Weatherburg, il fittavolo Boldwood, uomo duro e inafferrabile. Il gesto privo di mire susciterà l'interesse del possidente, incuriosito dall'unica parola riportata nel messaggio “Sposami!”.
In un nulla, la bella ereditiera Everdene, assume le fattezza della donna che Boldwood vuole al suo fianco, innamorato perdutamente di Batsceba, la corteggia con insistenza, aspettando con trepidazione un “Si” alla proposta di matrimonio. La giovane tormentata dal senso di colpa per lo stupido scherzo, tergiversa, prendendo tempo per decidere. Boldwood è un uomo ricco, rispettato e sembra sinceramente innamorato, ma lei non contraccambia il sentimento. 
Complice la notte buia, Batsceba si scontra con il proprio destino, in uniforme militare e lingua sciolta, rimanendo ingarbugliata in tutti i sensi con il sergente Troy, un soldato della corona, incrociato lungo il sentiero mentre l'uomo, torna a casa per un breve congedo. 
Finalmente Batsceba scopre l'amore, e senza neppure riflettere sposa il soldato, cambiando per sempre la vita di tutte le persone che le ruotano attorno. 
“L'amore è una forza potenziale entro una debolezza attuale”

“Via dalla pazza folle” è il secondo romanzo scritto da Thomas Hardy, scrittore e poeta inglese vissuto a cavallo tra la metà dell'ottocento e gli inizi del novecento,  recentemente in trasposizione cinematografica, diretta da Thomas Vinterberg.
Uno scorcio preciso della società rurale inglese, tra gli avvicendamenti della vita della protagonista, Batsceba Everdene, una donna forte in cerca di indipendenza, in grado di mettere davanti a tutto l'amore, all'inseguimento perenne di un riscatto sociale e un proprio ruolo come donna capace e realizzata, cadendo immancabilmente nella fallacia dei sentimenti privi di sostanza, come il suo interessamento puramente estetico per il futuro marito, il sergente Troy, soggetto privo di spessore, indegno e inetto, contrapposto a quello di Oak, concreto, fedele, esperto, capace di somatizzare il rifiuto della bella Batsceba con la grandezza del proprio orgoglio. Altro contenditore del cuore della donna è lo scapolo Boldwood, uomo all'apparenza privo di passioni forti, ancorato nella solitudine derivante dall'alto livello sociale, tale da assurgere a giudice della vita e della morte dei protagonisti della lunga vicenda narrata da Hardy. I tre, Oak, Troy, e Boldwood, incarnano perfettamente le molteplice sfaccettature dell'amore. L'amore vero di Oak, quello illusorio di Troy e quello malato di Boldwood, personaggi moderni, reali, vivi anche al giorno d'oggi. La tremenda attualità di questi uomini rende “Via dalla pazza folla” un classico, come bel si sa, la grandezza di un romanzo si misura dalla capacità di circoscrivere all'interno, in maniera imperitura, soggetti veri e spendibili in ogni epoca, in ogni società, portando alla luce i perni dell'umanità, su cui ruotano i destini di tutti gli uomini. Ebbene l'affresco del romanziere inglese, trasporta il lettore, addentrandolo in una storia d'amore, morte, tradimenti, apparenze, e false speranze, coinvolgendo in maniera completa per tutta la prima parte, quando la completezza di Batsceba pareggia alla grandezza di Oak, per poi scemare di caparbietà e fermezza, rendendo l'unica anima femminile tremendamente insulsa, inutile capovolgendo in un paio di capitoli l'ampiezza carismatica della donna, piegata dalla scelta nefasta. Il personaggio detestabile di Troy -falso, bugiardo, interessato, villano, inanimato- riesce ad esaltare  la sconsideratezza della giovane donna, incapace di scrutare il profondo dell'anima, a carpire la verità sotto la menzogna, tramutando quel sentimento libero, spregiudicato su cui Batsceba a fondato la scelta dell'uomo a cui affidare la propria vita, in un misero e stupido capriccio privo di concretezza. Come a sottolineare la volubilità dell'animo femminile, incantato dalle belle parole e dai giri di spada, cieco davanti alla stupefacente entità di un uomo autentico, Gabriele. 
La letteratura hardiana, è sempre considerata sopratutto per i strabilianti soggetti femminili, ma in questo affresco rurale, quello che affascina fino all'ultima pagina è il pastore Oak. Un uomo capace di amare, di aspettare, orgoglioso, presente, schietto. Un albero gigantesco a cui la ingenua e arrogante Batsceba si aggrappa costantemente, di cui ha bisogno, a cui mira per non essere abbattuta dalla crudeltà della vita. E forse lascia l'amaro in bocca vederla finalmente cingere per sé Gabriele, un uomo che non merita, troppo “perfetto”, per lei. Unico neo di questa lettura straordinaria è la stampa dell'opera, imprecisa, con molti refusi, quasi una bozza non corretta, con macchie di inchiostro e parole troncate.                    
 buona lettura

Maria             
 

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