martedì 1 settembre 2015

Recensione Serie tv


Titolo originale Wayward Pines
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2015
Formato miniserie TV
Genere thriller, giallo, fantascienza
Stagioni 1
Puntate 10
Durata 45 min (puntata)
Lingua originale inglese





Ethan Burke è un agente dello United States Secret Service che, durante la ricerca di due agenti federali scomparsi, tra cui Kate Hewson, alla quale è molto legato, si imbatte nella misteriosa cittadina di Wayward Pines, nell'Idaho. Quella che sembra una tipica felice piccola città americana, è popolata da personaggi imperscrutabili e sembra non dare la possibilità di andarsene a chi vi si ritrovi. A Wayward Pines, Burke è subito vittima di un enigmatico incidente stradale, dopo il quale si ritrova ricoverato presso l'ospedale della città, dove la sua sanità mentale è messa in discussione. Nel frattempo, la moglie e il figlio, preoccupati dal non avere notizie convincenti su Ethan, si mettono sulle sue tracce.





Quando il Villa scrisse la recensione del pilot di Wayward Pines, la critica più grossa che si potesse fare alla serie era di essere la solita roba, ovvero soliti personaggi, solite sceneggiature, soliti villaggetti di provincia con la gente che ti guarda storto, soliti complotti paesani e tanto altro…



Wayward Pines non è stata la solita cagatona crime estiva, e di questo ve ne do completamente atto. A metà dei dieci episodi l’interesse è stato risvegliato di botto e improvvisamente c’erano validi motivi per star dietro a Matt Dillon.



Dal punto di vista della scrittura, poi, Wayward Pines non si è mai persa troppo via. Nella prima e ormai unica stagione di Wayward Pines torna tutto, non ci sono buchi enormi e praticamente tutte le domande trovano risposta. La trasformazione di Pilcher da salvatore a villain; il percorso della sorella che non cede al lato oscuro (o meglio riesce a uscirne); le beghe famigliari e sentimentali di Ethan; le piccole domande fantascientifiche come la natura degli zomboidi fuori dalle mura o il motivo per cui Pilcher non rivela subito a tutti come stanno le cose: non c’è quasi niente di davvero fuori posto (forse giusto qualcosa nelle rappresentazioni del passato, nei primi episodi) e in questo senso Wayward Pines si salva dalle critiche più classiche riservate a questo genere di racconti.
Ho apprezzato questo genere nuovo di storia ma ci sono punti che non sono collegati, però finalmente verso la fine capiamo più o meno il senso di tutti quei segreti e dei cambiamenti temporali.
Purtroppo il finale non mi è piaciuto molto: Perché gli adulti sono stati sconfitti?? Che ci vuole a prendere quei bastardi dei ragazzini e lasciarli a marcire in qualche gabbia e cambiare vita? Quei ragazzini sono così forti??
Per il resto è stata una bella serie. Lo so, all’inizio non volevo vederlo perché non mi ‘’attirava’’, ma grazie al mio ragazzo ho cambiato idea e ne sono rimasta soddisfatta.
Consiglio di vederla perché vi lascerà con il fiato sospeso per la maggior parte degli episodi.

ps: Ho odiato lo sceriffo che mangiava solo gelato!!!!


 - Mikaela

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