mercoledì 14 ottobre 2015

Intervista Jean-Christophe Casalini

Chiedo scusa se il tempo utilizzato per preparare e sviluppare quest'intervista è stato abbastanza lungo, ma per impegni lavorativi e personali ho fato tutto ciò che ho potuto per rimediare e pubblicare al più presto il testo.



Ciao Jean, benvenuto nel nostro blog, eccoci qui per la tanta attesa intervista :) ma non disperare, sono solo poche domande di una tua fan curiosa :D
se ad alcune domande non vuoi rispondere non ti preoccupare
 Pronto per le domande?? Iniziamo:








1)Grazie tuo padre sei cresciuto nel mondo dei vip, conoscendo attori, registi, e tante altre persone famose e amate da tantissimi fans, come ti sentivi in quei momenti?

Ricordo quel periodo, da bambino quale ero, come ad un momento magico. Quando capitavo sui set, vedevo tutti indaffarati agli ordini di mio padre, regista, il quale sembrava un capitano al comando di un Galeone. Fantasticavo di viaggi verso mete immaginarie con la ciurma composta da elettricisti che salivano su scale, trabattelli e impalcature del limbo, all’interno del  teatro di posa, come fossero le griselle di vele altissime. I macchinisti armeggiavano i carrelli, su cui erano poggiate le cineprese, come fossero i cannoni. Gli attori sembravano il carico da proteggere; vi si affaccendavano truccatrici, parruchiere, costumiste con la stessa adulazione delle dame di compagnia di personaggi reali. Adoravo pranzare con la troupe. Arrivato il catering, recuperavo il mio cestino, e benchè mangiassi nella tavolata degli ufficiali, non ho mai pensato di essere un privilegiato; era per me l’occasione per stare vicino a mio padre che vedevo sempre poco. Guardavo e ascoltavo tutti con grande curiosità, ma ne coglievo già le differenze culturali e, soprattutto, l’approccio verso la vita.






2)Avresti mai pensato di far parte del cast di un film? Di scrivere colonne sonore e recitare?


Ero davvero un bel bambino con i capelli color platino che ne rivelavano la discendenza vichinga da parte di mia madre. Credo sia normale essere coinvolto in spot e film quando sei già dentro al settore, visibile ai professionisti che vi lavorano. I miei coinvolgimenti nati inizialmente per caso, sono diventati poi l’impegno professionale nella partecipazione come protagonista alla serie televisiva ‘’Interbang!? Le 7 torri di Pisa’’ prodotta da mio padre e trasmessa in tutto il mondo. Nel frattempo mi proponevo come compositore professionista di musiche per la pubblicità, e curarne a colonna sonora, è stata una grande occasione per sviluppare le mie doti musicali. Mi sono  pure divertito a fare lo scenografo e il co-sceneggiatore a riprova della mia eccletticità creativa e della mia necessità di stimolare i propri sensi. L’ho sempre fatto con grande umiltà cercando di dare sempre il meglio di me; nell’opportunità che consideravo la mia grande occasione, mi sono dedicato pienamente ai compiti affidatomi, senza risparmiarmi. Mentre gli amici uscivano a divertirsi, io studiavo, scrivevo, componevo, fantasticavo, disegnavo, costruivo con la mente e con le mani.
Ecco un quadro dedicato a te da parte di tua madre:



3) Dalla vita ti aspettavi tutto questo successo? E ad oggi cosa ne pensi?
E’ strano a dirsi: ho colto il mio ‘successo’ dietro le quinte quando ho deciso di lavorare in post produzione audio, una fase lavorativa nascosta ai più. Ero coinvolto nella produzione di musiche  e nel sound design per conto di brand altisonanti che rendevano la mia presenza piccola, piccola, piccola, quasi quasi impercettibile seppur evidente. Considero dunque il mio successo un umile ed intimo appagamento che ho condiviso con gli altri, indirettamente, senza troppo apparire, senza alcuna menzione, al massimo nei titoli di coda. Oggi sto recuperando tutti i miei lavori del passato solo per suggellarli e, in un certo senso, per chiudere un capitolo della mia vita in maniera tale da ricominciare con una nuova strada.

4) Rifaresti tutto della tua vita? Perché?

Se parli della mia vita professionale, ti rispondi di sì. Sono molto soddisfatto della mia esperienza terrena. Mi considero una coscienza incarnata su questo pianeta e, nello sviluppo dei miei sensi, ho sentito la necessità di esprimermi in più fronti; da qui, si può intendere il mio percorso artistico come ad una ricerca personale di nuove sensazioni per evolvere la mia anima.

5) Adesso parliamo del tuo romanzo, mentre scrivevi pensavi cose tipo: ‘’O Dio che sto facendo, è una cavolata’’ o eri abbastanza sicuro di te stesso? 

Sono stato determinato fin dall’inizio. Quando ho strutturato la scaletta degli eventi e definita la sinossi, ho cominciato a scrivere di getto senza nessuna esitazione, saltando da un capitolo all’altro non per forza in modo lineare. Ero un po’ rigido all’inizio, ma poi sono diventato un fiume in piena, impetuoso e inarrestabile. L’insicurezza, se così si può chiamare, è venuta fuori soltanto quando ho chiuso la prima stesura. La storia funzionava a meraviglia, ma ho sentito che essa necessitava di essere curata nella forma. Avevo la psicologia dei personaggi scritta a parte come si fa nelle sceneggiature e dovevo inserirla dentro la narrazione e esaltarla dentro i dialoghi. Per fortuna ho sempre avuto una grande propensione all’ascolto e un grande rispetto per l’esperienza altrui, sicchè mi sono fatto aiutare, oltre che da amici e parenti, da servizi di lettura e editor professionisti che hanno saputo consigliarmi nella pulizia del testo da ridondanze e lentezze, ma soprattutto guidarmi nello sviluppo di alcuni passaggi e nella sintesi di altri. Ammiro coloro che riescono ad affrontare tutti questi passaggi autonomamente fino al self publishing, ma nel mio modo di vedere le cose preferisco coinvolgere tutti, tanto che il libro di OTTO può essere considerato un gioco di squadra che considero un ‘ourself product’.

6) Hai sempre pensato di scrivere un libro? 
Ho sempre lavorato con le parole come co-sceneggiatore, come attore, come paroliere delle mie canzoni, come produttore di  radio comunicati e spot. Sono arrivato ad un certo punto, che sentivo di avere perlustrato tutto il mio potenziale nelle arti nelle quali mi ero cimentato. Sentivo ormai il rischio di ripetermi anche perché la perlustrazione al di là della facile comprensione e immediatezza del telespettatore, è un lusso che in pubblicità- perlomeno in Italia-  non è consentita. Sei pagato per quello che sai già fare.  Nonostante fossi pagato profumatamente per il mio lavoro, ho sentito che la mia esperienza professionale non mi permetteva di percorrere nuove strade. Ho  sempre avuto il bisogno di cambiare e di rimettermi in gioco. Non riesco a stare fermo. Sono del parere che il lavoro non deve condizionare e piegare il nostro esistere. È la voglia di esistere che deve condizionare e adattare il lavoro inteso come mezzo per evolversi. Oggi, se ho scritto un romanzo. È perché ho sentito nella forza delle parole scritte, la possibilità di evolvere il mio libero pensare e di fuggire dalla trappola della illusoria, rassicurazione nella abitudinaria quotidianità.

7) E’ stato grazie ai tuoi figli che hai intrapreso il tuo nuovo hobby, la scrittura?
Non ti nascondo che nella scelta del mio cambiamento professionale c’era anche una volontà di trovare più tempo libero da passare con loro. Il mio lavoro di post produttore audio, sound designer e poi produttore pubblicitario  mi  teneva impegnato oltre  le 14 ore al giorno. Ho dovuto  delegare  parte del mio lavoro ai miei collaboratori per  alleggerire  gli  impegni.  Oggi, però, scopro che  anche  la vita dello scrittore è impegnativa tra  book-­‐tour, contatti, interviste, articoli, segnalazioni,  recensioni, social e nuova stesura del prossimo romanzo! Non immaginavo… :)


8)Ho letto il tuo romanzo nero ‘’ .OTTO.  luce e ombra’’, un romanzo che ho amato dalla prima pagina, la storia è intrigante e innovativa, cosa ti ha ispirato? 
Conoscendo il confine tra il piacere personale e l’ambizione, ho scritto un romanzo dove il personaggio si sdoppia per descriverne gli opposti psicologici. Si rimane in equilibrio sia che si contrappongano estremi vicini che lontani al proprio centro; era qualcosa che sentivo di poter descrivere con grande solidità. Un giorno guardandomi allo specchio mi sono chiesto se colui che avevo di fronte fosse realmente il mio essere? A ‘ben  vedere’, la luce che colpisce la superficie del mio fisico viene in parte assorbita, e quella che si ripropone nello  specchio è la luce non assorbita dal mio essere. Ergo, l’immagine che ho di fronte è il mio opposto: è tutto fuorchè me, nei sentimenti, nel carattere, nella personalità. Le virtù, i pregi e i difetti trovano i loro esatti contrari nel mio alter ego riflesso. Da questo mio pensiero nasce lo sdoppiamento di un personaggio non solo psicologico ma, anche fisico, con tutti i risvolti che ne conseguono nel liberare unità condizionate da sempre da una legge universale e dai limiti della nostra condizione umana.

9) Fai qualche gioco di magia ai tuoi figli? 
Mi sono divertito molto a far qualche trucco di magia ai miei figli, soprattutto a far loro credere storie impossibili sulle mie amicizie con animale e insetti che mi tenevano compagnia durante le loro ferie al mare con la mamma. Questo è successo fintanto che ho potuto illuderli atteaverso la loro stessa inesperienza, percettiva e la loro adorabile naivetè.


10) Hai un posto in particolare che ti aiuta a scrivere e liberare la mente?
Gli spunti più belli mi nascono correndo, non importa dove. Sono una maratoneta e uno skyrunner; mi capita spesso di fantasticare quando corro per lungo tempo in solitudine, di riuscire a sviluppare trame ed intrecci e ad analizzare passaggi molto difficili che riporto,  poi, quando mi ritiro con il mio computer portatile. Scrivo soltanto se sono in una situazione tranquilla, senza la distrazione di telefoni e televisori. Può succedere a casa come in albergo quando viaggio, oppure in ufficio dopo l’orario lavorativo se non devo vedere i miei figli.




11) Nei ringraziamenti mi hai fatto piangere, quando hai detto che per la parte in qui Anna piange per Otto, hai descritto ciò che hai provato tu per tua moglie. Non so cosa si prova quando perdi qualcuno che ami, ma il dolore posso immaginarlo. Mentre scrivevi quella scena, come ti sentivi? 
Ci si evolve anche con la sofferenza e con le delusioni. Oggi non ho alcun motivo per nascondere uno dei passaggi  più tristi della mia vita. È stato un momento davvero intenso per me: non ho trattenuto mia moglie perché...l’amavo. ho vissuto un contrasto emotivo che ho ritenuto dapprima nobile, poi drammatico, perché ho dovuto accettare il fallimento di un  rapporto in cui avevo riposto le mie aspettative di un progetto familiare. Nel mio essere costruttivo, ho sentito la sconfitta del mio agire di marito e di uomo che ha minato le basi del mio essere fino a mettermi in crisi anche con il lavoro, trascinandomi in un baratro dove ho creduto di impazzire. Nel libro, ho riportato il dolore si prova  a raggiungere il vuoto totale quando non hai più le lacrime e la voce per piangere, quando ti svuoti da ogni sentimento per ritrovare finalmente te stesso e cominciare a reagire.


12) Stai scrivendo un nuovo romanzo, sarà nero come il primo oppure con un po’ più di luce?
Il nuovo romanzo conferma il mio DNA letterario: gotico, tenebroso, visionario, thriller, cruento e disinibito dove il male di insinua tra le pagine.

13)Puoi descriverci la storia?
Non vorrei rovinarvi la sorpresa. Posso dirvi che è ambientato in un futuro prossimo neo oscurantista dove i problemi sociali non essendosi risolti, le disparità sono esasperate nonostante il tentativo di un conformismo e di una omogeneità. La storia ha una connotazione più fantascientifica, un genere che ho divorato quando ero un ragazzo.

14) Ultima domanda: Quando vieni in Sicilia e ci pendiamo un caffè? :)
Il  caffè in Sicilia è sempre un rito e soprattutto un piacere per il palato: denso, intenso, profumato come  pochi sanno farlo in Italia. È sempre accompagnato con un bicchiere d’acqua come fosse un gesto di grande ospitalità e, visto che non ho problemi di linea, andrà bene accompagnato con un cannolo, un dolce al pistacchio o alla mandorla.


Grazie mille Jean, spero di non esser stata troppo invadente, se ad alcune domande non vuoi rispondere non ti preoccupare. 
Kiss 
Mikaela.


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