TITOLO:Il primo caffè del mattino
CLASSIFICAZIONE:
Letteratura italiana
CATEGORIA: Narrativa italiana
AUTORE:
Diego Galdino
CASA
EDITRICE Sperling&Kupfer
TRAMA:
Massimo ha poco più di trent'anni, è il proprietario di un
piccolo bar nel cuore di Roma, e non si è mai innamorato davvero. Il giorno in
cui improvvisamente entra nel bar una ragazza dagli occhi verdi, il viso
spruzzato di lentiggini e l'aria sperduta di una turista straniera, Massimo non
riesce a toglierle gli occhi di dosso... La ragazza con le lentiggini, che
viene da Parigi, di nome fa Geneviève e di mestiere inventa cruciverba, tornerà
presto da Massimo: perché ha un segreto che non può rivelare a nessuno, e che
la lega proprio a quel luogo. Tra equivoci, baci e lunghe passeggiate romane,
una commedia romantica lieve, divertente e tutta italiana, con una protagonista
d'eccezione: la città più magica del mondo.
RECENSIONE:
Non nego la mia riluttanza nel leggere libri che sembrano
affacciarsi alla classica storia d’amore alla Sparks, ma io amo
spropositatamente gli autori italiani dei libri, al contrario dei film. Devo
confessare che non mi è dispiaciuto leggere tutto il libro, che per varie
ragioni ho finito in un giorno, ma volendo si può leggere in anche meno tempo,
tanto è scorrevole.
È ironico al punto giusto, quasi sembra di vedere l’autore
del libro che scrive di sé in terza persona, e non so se è un bene o un male
per lui, ma credo che in qualsiasi chiave di lettura lo si voglia leggere, sia
comunque importante che si sia letto quanto di bello, o di brutto (tutto è
soggettivo) sia riuscito a scrivere.
Nonostante il fatto che all’inizio ad ogni personaggio
venisse spiegato quale fosse il caffè che prendeva tutti i giorni mi abbia un
po’ destabilizzato e lasciato titubante, non nego che la storia non lascia il
tempo, alla curiosità, di cessare già dalle prime pagine. Sicuramente non è
quella storia strappa lacrime che solitamente, al giorno d’oggi si ricerca, o
quel libro che spacca perché c’è erotismo allo stato puro, ma sinceramente l’ho
apprezzato molto, sebbene a volte sembrava cadere nella banalità. Eppure la
bellezza del libro sta proprio in questo. Nella semplicità che può essere
scambiata per banalità.
Non lo classificherei tra i best seller, ma se lo diventasse
lo apprezzerei molto di più di quelli che invece ci sono dentro, non manco di
elencare tra questi proprio “Cinquanta sfumature”. Sopravvalutato e noioso.
Esagero nel dire, probabilmente, che lo terrei tranquillamente accanto ad un
libro di grandi autori italiani come può esserlo la Mazzantini… non è
assolutamente paragonabile il riscontro, ma sinceramente sono felice di averlo
tra la mia raccolta di libri.
Mi è piaciuto leggere tutto dalla parte dell’uomo piuttosto
che della donna, mettere a nudo la propria fragilità di uomo (che può o meno
appartenere all’autore, ma non è la domanda principale che si ci pone). Mi è
piaciuto soprattutto sentirmici anche un po’ affine, soprattutto con la propria
capacità di non discriminare nessuno e nessun sesso, trovando anche il modo di
spiegare in poche righe, attraverso il protagonista, la poca voglia di far
differenze tra l’uomo e la donna. Mi è piaciuto ancora di più leggere quanta
incertezza insinui l’amore, nell’uomo e nella donna.
Poche pagine, ma buone.
Mi resta solo una domanda alla quale dovrei dare una
risposta: ma Massimo, che caffè beve?
-Venusinfabula!
-Venusinfabula!
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